Un sistema industriale pur ottimizzato ed efficiente nel corso del tempo per mantenere e sviluppare la propria competitività nell’ambito del proprio mercato fatto da clienti e concorrenti, ha bisogno inevitabilmente di una spinta innovativa in grado di adeguare e se possibile precorrere le esigenze del mercato in modo da affermare e rinforzare la propria posizione.
Con il termine innovazione non si vuole rappresentare esclusivamente l’evoluzione tecnologica di un’azienda che comunque costituisce un aspetto molto importante di un processo di crescita ma sicuramente parziale.
Per innovazione s’intende il progresso evolutivo di un qualsiasi processo aziendale, progresso inteso sotto l’aspetto culturale, scientifico, tecnologico, metodologico, organizzativo, gestionale, finanziario, commerciale e sociale volto al cambiamento e al progressivo miglioramento della situazione di partenza. Innovazione è un’attività di pensiero oltre che di concretizzazione che, mettendo in discussione il presente e ricercando soluzioni progressivamente migliori, finisce con l’elevare livello di conoscenza attuale, perfezionando il processo e migliorando quindi il risultato finale. L’innovazione, rendendo il processo nel suo insieme più vantaggioso, genera maggiore competitività: è il progetto di qualcosa di migliore che si traduce attraverso un percorso di miglioramento continuo in una crescita generale e progressiva. Sensibilità, attenzione e propensione all’innovazione rappresentano importanti fondamenti del successo aziendale e indispensabili chiavi della competitività.
Le aziende, quando raggiungono un sufficiente grado di evoluzione culturale e di competitività, riservano una quota parte significativa del loro budget e delle loro migliori risorse all’innovazione, alla formazione professionale, alla ricerca e allo sviluppo, agli aspetti sociali proteggendo, quando opportuno, il prodotto dall’aggressione emulativa dei competitori attraverso brevetti che non senza eccezioni, però, costituiscono una barriera efficace all’imitazione delle novità industriali. Non sempre però l’innovazione segue un’evoluzione progressiva, nel corso del tempo, infatti, purtroppo, in taluni casi essa può subire una fase di stallo o anche di significativa regressione.
In situazioni non troppo sporadiche, l’innovazione in particolare quella organizzativa, metodologica e gestionale può tendere alla regressione mentre quella formativa tecnologica non progredisce e si avvia verso un percorso tendenziale di obsolescenza. Tutto ciò si verifica in particolare quando, per ragioni esterne all’azienda, quali ad esempio in situazioni di crisi di mercato, economiche o finanziarie o anche per ragioni interne che possono anche essere la conseguenza delle prime, comunque derivanti da politiche aziendali restrittive e non troppo lungimiranti tipiche del self defence management, il sistema non progredisce e tende alla stagnazione. Generalmente in queste situazioni l’azienda può andare incontro alla tipica situazione di stallo nella migliore delle ipotesi o della regressione nella peggiore ma anche più frequente, durante la quale l’azienda, in assenza d’interventi volti a interrompere questo percorso involutivo può avviarsi a un lento prima e più rapido poi, decadimento industriale.
In questi contesti la riduzione dell’innovazione, che generalmente porta sollievo nel brevissimo periodo – poiché introduce una riduzione generalmente drastica delle risorse normalmente destinate alla formazione, al progresso ed alo sviluppo che vengono invece rivolte alla gestione corrente – soprattutto quando non viene pianificata con metodo e perspicacia, può produrre danni significativi all’azienda e in alcuni casi difficilmente riparabili nel medio e lungo periodo.
La tipologia di risposta a situazioni di difficoltà aziendali rappresenta un chiaro elemento di valutazione del grado di sviluppo culturale o manageriale di un’azienda. In presenza di oggettive difficoltà industriali, generalmente le strutture maggiormente evolute reagiscono mettendo in campo azioni volte a una stringente ricerca di efficienza in ogni tipo di processo attraverso, l’intervento della gestione strategica volta a rettificare le linee guida, o della politica aziendale con l’introduzione nuove soluzioni organizzative o tecnologiche che presentano ritorni d’investimento molto veloci. Al contrario organizzazioni meno evolute e lungimiranti, solitamente si limitano alla contrazione dei costi riducendo significativamente le risorse destinate all’innovazione nel senso più ampio di questo termine e allo sviluppo finendo rischiando la potenziale compromissione dei risultati e della competitività aziendale nel medio periodo.
Data l’importanza che l’innovazione riveste nella competitività delle imprese e quindi delle nazioni, da tempo membri dell’Unione europea e degli Stati Uniti hanno intrapreso un virtuoso percorso volto alla condivisione di politiche economiche e sociali volto a stimolare processi di innovazione di ricerca e sviluppo nelle aziende, stanziando significativi incentivi orientati alla ricerca e al miglioramento del capitale umano. L’Unione europea ha avviato da anni specifiche politiche di sostegno, tramite programmi quadro, per rafforzare la ricerca e l’innovazione negli Stati membri. In particolare, nel vertice di Lisbona del 2000, per migliorare la competitività dei Paesi europei, è stato deciso che essi portassero la propria spesa per ricerca e innovazione al 3% del PIL.
La più recente sfida di Industrie 4.0 che è stata avviata alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania cui ha fatto seguito a ottobre 2012 un importante lavoro presieduto da Siegfried Dais della multinazionale di ingegneria ed elettronica Robert Bosch GmbH e da Henning Kagermann della Acatech (Accademia tedesca delle Scienze e dell’Ingegneria) grazie al quale fu presentata al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per la sua implementazione che hanno prodotto una quarta rivoluzione industriale, che condurrà le nostre aziende a dotarsi di una produzione industriale efficiente e del tutto automatizzata e interconnessa.